giovedì 31 maggio 2018

L'inchiesta del giornalino-blog

INCONTRI CON L'AUTORE: SI' O NO?

Riflettiamo e indaghiamo sulla pratica, di molte scuole, di organizzare incontri con autori.


In redazione ci siamo domandati se gli incontri con gli autori dei libri che leggiamo siano un momento utile di confronto tra ragazzi e scrittori, oppure siano soltanto un'occasione, per questi ultimi, di farsi della pubblicità.
Per capire meglio abbiamo parlato con i bibliotecari di Assago, Emanuele ed Elisabetta, particolarmente esperti perché la biblioteca ospita abitualmente eventi di questo tipo.
Emanuele ha raccontato di aver vissuto delle ottime esperienze con parecchi degli autori incontrati, anche se purtroppo è rimasto spesso deluso dallo scarso numero delle persone che partecipano a queste iniziative.
Elisabetta, appassionata di libri romantici, ha incontrato una delle sue autrici preferite, rimanendo piuttosto amareggiata, perché si è rivelata molto fredda e distante rispetto al pubblico. I bibliotecari hanno aggiunto che, in alcuni casi, degli autori anche molto bravi e affermati si siano comportati in modo non del tutto cortese con il pubblico, più interessati a vendere le copie che a creare un contatto con i lettori.

Anche noi studenti abbiamo vissuto delle esperienze significative, assistendo a due incontri con autori di romanzi letti in classe. Il primo è stato molto coinvolgente: l'autore, che è anche insegnante in un liceo, ha approfondito tanti aspetti della storia, parlando di sé e mostrando una grande passione per il suo lavoro, per la scrittura e per i ragazzi.
Il secondo incontro, invece, è stato un autentico fiasco: anche in questo caso si trattava di un autore per ragazzi, che però non ha saputo sfruttare l'occasione per interagire in modo istruttivo con gli ascoltatori, anzi non ha fatto altro che sminuire chi aveva davanti e sembrava più che altro interessato a pubblicizzare il successivo libro in uscita.
Insomma, un'oretta scarsa in cui non faceva altro che parlare del "firmacopie".

In conclusione deduciamo che la nostra inchiesta non può trovare una risposta precisa, ma ogni incontro ha la sua storia a sé. Anche le esperienze con autori come l'ultimo da noi incontrato possono essere utili, se non altro per evitare di leggere in futuro i libri di quello scrittore, perciò... autori, incontrateci. E rispettateci.

Giulia S, Anthony T.



L'intervista: a tu per tu con la prof. Sonia Arragoni


Fiocco Rosa in casa Arragoni
Una nuova arrivata in famiglia

A due mesi dalla nascita della piccola Elisa, abbiamo incontrato la nostra prof. di matematica per farci raccontare com’è cambiata la sua vita da quando è diventata mamma… bis!
Come vanno le cose da quando anche Elisa è arrivata in famiglia?
È da un mese che non chiudo occhio e non riesco a prendere sonno; il primo parto è stato faticoso ma per lo meno è stato veloce, invece il parto della seconda non è stato difficile.
Come ha reagito Ester alla nascita di Elisa?
È felice ora di avere una sorellina, non si sente infastidita, anzi tutt'altro. La tratta come una bambolina e le vuole un sacco di bene. Dopo la nascita di Elisa abbiamo organizzato una festa per Ester, che è diventata la sorella maggiore, infatti ne è molto orgogliosa. Devo dire che è stata un'idea innovativa!
Viene aiutata da qualcuno ora che deve badare a due figlie?
Le cose da fare sono molte, però ci si organizza. Elisa mangia ogni due ore, ma fortunatamente ora le poppate sono più rapide, mentre una volta allattavo per molto tempo. Però grazie ai miei parenti che mi aiutano, riesco anche ad avere un po' di tempo per me e per fare le mie cose.

Sa già quando tornerà a scuola a insegnare?
Sicuramente non tornerò a Settembre, ma magari a Novembre o a Dicembre tornerò tra i banchi di scuola.
Le manca la vita da professoressa?
Ora mi occupo di mia figlia e non ho tempo di pensarci, però mi mancano miei studenti.
Grazie mille, prof. Arragoni: abbiamo finito!

La redazione del giornalino-blog




Eventi: il concorso fotografico della nostra scuola!


QUELLO CHE GLI ADULTI NON VEDONO

Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano”. È con queste parole tratte da Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery che si è aperta, domenica 27 maggio presso la Sala Castello del Comune, la premiazione del concorso fotografico “Quello che gli adulti non vedono”, un’iniziativa attraverso la quale i ragazzi hanno potuto esprimersi con libertà e in modo creativo, realizzando opere artistiche capaci di emozionare, far riflettere e insegnare qualcosa a un mondo, quello degli adulti, talvolta percepito come miope e distante. Il tutto promosso dal Rotary, che ha premiato dieci fotografie con delle borse di studio.

Spesso gli adulti non affrontano la vita come noi ragazzi. I ragazzi riescono a vedere una vita più colorata, mentre le persone adulte si ritrovano in una vita grigia, senza emozioni e divertimento” afferma l’autore di una delle fotografie premiate, mettendo in rilievo come la capacità di meravigliarsi possa costituire una luce in grado di smorzare anche le ombre più cupe.
La ricerca di un’esistenza felice e luminosa emerge anche dalle opere di altri ragazzi, che si ribellano all’ossessione della società odierna per i canoni estetici e la competitività a tutti i costi: “ dovremmo smettere di scusarci con gli altri perché non siamo all’altezza e chiedere perdono a noi stessi tutte le volte che abbiamo rinunciato alla felicità”.
Ribellarsi per affermare se stessi, anche a costo di essere etichettati e considerati “diversi”. C’è chi avverte un divario tra sé e l’altro dovendo inserirsi in un nuovo ambiente, dopo aver lasciato la propria città, e racconta: “nessuno può capire come mi sono sentito tutto quest’anno scolastico perché è difficile farsi accettare da un gruppo di persone che si conosce da sette anni”.
Un altro ragazzo vive invece l’esperienza dell’indifferenza nei suoi confronti da parte di coetanei e adulti: quello che i grandi non vedono è la sua sensibilità, speciale come il suo modo di comunicare e approcciarsi alla vita, speciale nella sua fragilità e in un messaggio in grado di scuotere prepotentemente.
Ma i ragazzi di Assago sanno che questa fragilità, la fragilità di un fiore che sboccia, rivela in sé tutta la sua forza. In un prato di bucaneve, gli adulti non osservano le differenze tra un fiore e l’altro, proprio come accade nell’interazione con le nuove generazioni: “ogni ragazzo è diverso dall’altro ed è speciale per le proprie caratteristiche che lo rendono unico e irripetibile. I ragazzi non vengono valorizzati singolarmente ma a volte si tende a generalizzare”.
Ed è proprio un'immagine floreale una delle vincitrici di questa prima edizione del premio: il primo piano di un soffione, caratterizzato da una parte mancante, ricorda un’attitudine degli adulti, quella di “mettere in luce i lati negativi perché è più facile che vedere quelli positivi”.
La parte mancante del soffione, secondo l’autrice della fotografia, rompe l’armonia, eppure la ricostruisce, donando all’esistenza un significato più profondo. Proprio come hanno fatto tutti i ragazzi che hanno partecipato a quest’iniziativa, bravissimi a trasfigurare i propri sentimenti in poesia. È questo lo scopo dell’arte, in particolare delle arti visive: “sedendo e mirando”, come diceva Leopardi, si spegne la vista esteriore, quella che si ferma alle apparenze, per accendere una vista interiore in grado di cogliere ciò che conta veramente, perché “non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.

Fabiana Sarcuno


Cronaca: gemellaggio Assago-Nozay-Strelice


GEMELLI PER UN GIORNO!
Il gemellaggio del Comune di Assago con le città di Nozay (Francia) e Strelice (Repubblica Ceca) approda a scuola!

Il 7 maggio sono arrivati alcuni ragazzi dalla Francia e dalla Repubblica Ceca alla scuola Margherita Hack di Assago: si tratta dei nostri “gemelli”, dato che il Comune da qualche anno organizza un gemellaggio con due città europee: Nozay e Strelice.
L’iniziativa consiste in uno scambio culturale che riguarda soprattutto i più giovani, dal momento che quest’autunno alcuni nostri compagni sono andati a Strelice, e coinvolge varie istituzioni legate alla città: dall’oratorio alle famiglie ospitanti, passando per l’amministrazione comunale e infine… la scuola.

I ragazzi francesi e cechi hanno trascorso una giornata intera con noi, allievi delle seconde medie.
Alla prima ora si è svolta l’accoglienza, con le presentazioni e un iniziale imbarazzo nel conoscersi.
Alla seconda ora gli ospiti hanno effettuato il tour della scuola: sono stati nel laboratorio di scienze, nell’aula di piano, nell’aula d’informatica e infine nell’aula di musica, dove hanno ascoltato “Titanic” e “Un colpo all’anima”, celebre canzone di Ligabue.

Alla terza ora sono andati nell’aula video per assistere e partecipare a un mini-spettacolo su Romeo e Giulietta e, dopo un torneo di basket presso la palestra dell’istituto, hanno fatto una merenda insieme a noi: ci siamo salutati in questo modo, prima della loro ripartenza, ma la speranza è quella di aver lasciato nei nostri “gemelli” un ricordo meraviglioso dell’Italia e della nostra scuola.
Lorenzo M., Letizia C., Chanel O., Anthony T, Camilla P.



La pagina dei videogiochi


ASSASSIN’S CREED

ORIGINS


TRAMA: Layla Hasson è una ricercatrice dell’abstergo, che perfeziona l’Animus, una macchina che permette, grazie al sangue di un cadavere, di ricreare i suoi ricordi. 
Mentre fa delle ricerche in una caverna trova due cadaveri e decide di rivivere i loro ricordi. Quei cadaveri sono di Bayek di Siwa, ultimo Medjay dell’Egitto e Aya, sua moglie, che serve Cleopatra nella battaglia contro suo fratello Tolomeo. Un giorno mentre Bayek e suo figlio Khemu vanno a caccia, vengono rapiti da un gruppo di uomini mascherati e rinchiusi in una cripta. Bayek, usando un coltellino, uccide accidentalmente Khemu. Perciò Bayek ed Aya giurano vendetta agli uomini mascherati cercando di ucciderli.

RECENSIONE DI LORENZO M.
Diversamente dai vari videogiochi basati sulla storia è l’unico che non la stravolge, per non parlare dei nuovi comandi di gioco e della grafica strabiliante. Peccato per le scene secondarie, che sono lunghissime e sono anche essenziali per uccidere i nemici che troverai più avanti nel gioco.
Lorenzo M.

Viaggiando e mirando: in gita a Firenze

ALLA SCOPERTA DI FIRENZE
Qualche impressione sul viaggio del 17 e 18 maggio

Evviva! Finalmente è arrivato il momento della gita per le classi 2c, 2d e 2a!

Sono solo le 7 del mattino e siamo molto assonnati ma eccitati perché passeremo due giorni a Firenze.

Saliamo sul pullman si parte: all’inizio è noioso, ma dopo esserci fermati all’autogrill, diventa elettrizzante perché ascoltiamo musica a tutto spiano.
Dopo quattro lunghe ore di viaggio arriviamo a… Firenze!
Giunti a destinazione pranziamo nella piazza adiacente alla chiesa di Santa Croce. Finita la pausa ci dividiamo in due gruppi e ci muniamo di radioguida con cuffiette per ascoltare meglio la spiegazione all'interno della Basilica, dato che vi sono tanti altri turisti.

L’ interno è molto suggestivo e pieno di opere medievali e rinascimentali; inoltre ci sono tombe di scienziati e artisti molto celebri dell’ epoca, come Galileo Galilei e Botticelli.
Dopo la visita ci riuniamo e ci dirigiamo verso la cupola di Santa Maria del Fiore, costruita dal famoso architetto Brunelleschi. Dopo essere entrati nel Duomo passiamo attraverso dei controlli e prendiamo le scale per salire fino in cima. Gli scalini sono circa 600, ripidi, stretti e pericolosi; ma il panorama da quassù è mozzafiato: si vede tutta Firenze, le chiese, le case, i negozi, gli abitanti e i turisti … è davvero stupendo.

Il giorno dopo andiamo a Ponte Vecchio, dove la guida ci illustra due storie sulle sue origini. Oggi qui ci sono molti negozi di orafi. Subito dopo ritorniamo a Palazzo Vecchio: la visita all'interno del monumento ci consente di scoprire molte cose, come passaggi segreti e corridoi nascosti.

Letizia, Camilla e Zaba





Caro Diario,

sono appena tornato a casa, sfinito: sai non è facile camminare due giorni sotto il sole cocente di Firenze. Eh sì! Finalmente io e la mia classe siamo andati in Toscana a visitare la "città di Flora".

Devo ammettere che non è stata la gita entusiasmante che mi aspettavo, ma basta con le polemiche: iniziamo con le meraviglie vissute in questi spettacolari giorni.
Non starò a soffermarmi sul viaggio in pullman, perché non sono queste cose a caratterizzare una gita.
Arrivati a Firenze abbiamo fatto un veloce appello e siamo partiti. Direzione: la chiesa di Santa Croce.
Qualche minuto dopo, eccoci davanti alla maestosa chiesa di Santa Croce, accompagnata dalla grande piazza che le si stende di fronte.

Pausa pranzo obbligatoria e subito a conoscere la prima guida.
A un primo impatto la guida locale, mi è sembrata molto competente ed esperta nella sua materia, cosa che poi  è stata confermata durante la visita; l'unico gusto sardonico che mi è rimasto sulla lingua è stato il fatto che non parlasse bene l'italiano, ma sono cose su cui si può sorvolare.
Non starò a raccontare tutti gli aneddoti che mi ricordo sul percorso tra Santa Croce ed il Duomo, però ti assicuro che sono tanti e divertenti.
Sta di fatto che dopo 20 minuti che avevamo lasciato la piazza di Santa Croce, ci siamo ritrovati davanti l'enorme cupola del Brunelleschi, posta sopra al duomo.

La bellezza di questo spettacolo non smetterà mai di stupirmi, anche se il pensiero di fare 758 scalini mi spaventava un poco... comunque credo che la vista dalla cupola del Duomo sia uno spettacolo impagabile: perché è proprio quello il motivo per cui siamo andati fino al cuore pulsante di Firenze, per vedere la città dal punto più alto.
Dopo la cupola di Santa Maria del Fiore, sempre tralasciando vari aneddoti, siamo ritornati al pullman, direzione: un letto comodo ed una doccia calda al nostro hotel.
Normalmente, da un hotel quattro stelle, ci si aspetta come minimo che le stanze non siano rimaste negli anni Cinquanta del Novecento, ma purtroppo sembra chiedere troppo all'albergo Europa di Signa; però come ho detto prima niente polemiche.

E anche per l'ennesima volta salterò tutto il capitolo della nottata, perché diciamocelo, dopotutto è una storia già sentita.
Ripartiamo dalla mattina seguente, ovviamente sveglia alle 6.30: immancabile tocco di classe.
Dopo un'altra ora di pullman, siamo riusciti ad arrivare, secondo me, alla piazza più bella di Firenze, nientepopodimeno che Piazza Della Signoria, dove dimora lo splendido comune di Firenze che molti chiamano Palazzo Vecchio.

Entrati nell'edificio ci siamo divisi in tre gruppi, ognuno con la sua classe.
Noi, essendo la sezione C, siamo stati i secondi a visitare questo magnifico palazzo.
Non ci sono parole nel nostro vocabolario adatte a descrivere l'emozione che si prova alla vista della sala dei Cinquecento.
Ogni volta che guardavo un dipinto mi sentivo impotente come se una piccola pulce guardasse una montagna.
Ero talmente rimasto abbagliato dalla vista di Palazzo Vecchio che i monumenti visitati dopo mi sembravano addirittura noiosi, per questo non ti racconterò di loro, ma passerò direttamente a quando siamo saliti in pullman.

Dopo una giornata di camminata finalmente davanti a me appare l'unica cosa che volevo vedere in quel momento: un bellissimo sedile che mi avrebbe portato alla mia terra natia.
Come prima, non starò a soffermarmi sul pullman (ormai non ti ripeto neanche il perché), sta di fatto che dopo cinque ore di noiosissimo viaggio in autostrada appare davanti a me il Forum. Sento quelli che io considero dei cori angelici (che sono in realtà gli schiamazzi dei miei compagni): tutto è tornato normale.
Scendo dall'automezzo che ci ha accompagnati e sento mia mamma fare cenno di venire da lei, mi abbraccia e mi dice: “se non scrivi una pagina di diario su questa gita giuro che ti metto in punizione per un mese”; io penso ovviamente: “finalmente a casa”.

Filippo

martedì 22 maggio 2018

Il nostro Filippo premiato in Regione!

L'alunno di 2 C ha ottenuto il terzo posto al premio  "Galdus" nella sezione poesia!

Giovedì 17 maggio, presso la Regione Lombardia, si è svolta la premiazione del prestigioso concorso letterario e artistico "Galdus", che ogni anno, dal 2006, coinvolge centinaia di studenti delle scuole medie e superiori, con lo scopo di valorizzare giovani talenti e di sensibilizzare i ragazzi alla scrittura e all'arte come strumento di scoperta del sé.
Filippo, della classe 2 C dell'Istituto Comprensivo Margherita Hack di Assago, è riuscito a declinare il difficile tema del concorso ("dove troverai un maestro") in una bellissima poesia, classificandosi al terzo posto!
Il successo del ragazzo di Assago è avvalorato dal fatto che si trattava della sua prima partecipazione in assoluto a un evento culturale di tale portata: ciò ha reso il tutto ancora più emozionante e inaspettato!
L'unico cruccio? Non aver potuto partecipare alla cerimonia in Regione, ma per un motivo più che valido: quel giorno Filippo si trovava in gita a Firenze con la sua classe. 
Per questo motivo ha ritirato il premio Chiara, una compagna di 2B, che ha avuto modo di assistere a una cerimonia indimenticabile: il sipario è stato aperto dall'Assessore all'Istruzione ed erano presenti alcuni autori di fama nazionale nonché attori di prosa teatrale, che hanno letto e interpretato con originalità le opere vincitrici.
I versi di Filippo sono un'esortazione, in bilico tra poesia e filosofia, a migliorarsi sempre, a sposare l'archetipo di un'esistenza "luminosa" ma non "abbacinante"; l'augurio che rivolgiamo all'autore è quello di andare avanti così, affinché il riconoscimento ottenuto possa essere un punto di partenza verso nuove e importanti soddisfazioni.
Fabiana Sarcuno



LUCE
Ti vedo, o piccola luce che mi guidi,
solo in questo momento mi accorgo di quanto
tu sia soave e leggiadra
sui tuoi piccoli passi,
tu che ti intrighi in questo dedalo di vie
scegliendo sempre la mia più gradita.
O piccola sfera incandescente che illumini il mio percorso,
conducimi in questo labirinto di incertezze,
portami sempre sulla strada della pace e della tranquillità.
Tu sei i miei occhi interni,
quelli che vedono i miei errori,
che mi fanno sempre accorgere dei miei sbagli.
Maestra della mia vita

guidami in questa scalata della mia esistenza. 
Filippo P.


Motivazioni della giuria:

In questo componimento la “luce” illumina la via facendosi simbolicamente “faro” del cammino esistenziale di ogni uomo: “O piccola sfera incandescente che illumini il mio percorso”. Così, tra i labirinti e le incertezze del presente, il poeta ci mostra quale sia la strada da percorrere e la guida da invocare davanti a ogni possibile difficoltà, affidando il proprio viaggio ad una poesia-preghiera:

“Maestra della mia vita / guidami in questa scalata della mia esistenza.”