sabato 17 ottobre 2015

Lead e titolo

Soffermiamoci brevemente sul lead. Come ho già detto, l'attacco tradizionale prevede l'enunciazione delle “cinque W” (lead oggettivo), ma nel giornalismo contemporaneo sono molto
diffuse soluzioni diverse. Si può infatti partire:

Da un particolare. Per esempio: “Un abbraccio lungo un sogno tra Silvia e Dinithi dopo il triplice fischio della prof. di scienze motorie...”
Dall'enunciazione del fatto: “Le femmine di terza media ce l'hanno fatta. Per la prima volta in tre anni, si sono aggiudicate la partita di calcio dell'ora di scienze motorie...”
Da una dichiarazione: “Ci hanno dato filo da torcere e noi abbiamo commesso degli errori” commenta secco Nicola “ma siamo comunque usciti a testa alta da questo match...”
Da un interrogativo: “E se le ragazze fossero da champions?...”
Da una citazione letteraria, cinematografica o comunque di grande risonanza culturale: “Per me si va nella città dolente/ per me si va nell'etterno dolore” sembrano esclamare gli occhi delusi di Alessandro, di rientro negli spogliatoi...”
Da un commento del giornalista: “Una vittoria indiscutibilmente meritata, anche se quel goal annullato ad Alex sullo zero a zero avrebbe cambiato le sorti della gara...”

Ora cambiamo argomento e pensiamo al titolo. Esso ha una funzione molto importante perché deve riassumere il senso dell'articolo. I titoli possono essere:
Enunciativi (dicono il fatto così com'è): 1-0, MASCHI BATTUTI
Valutativi (esprimono una posizione sul fatto): FEMMINE, ED E' TRIONFO STORICO
Dialogici (prevedono un “virgolettato”): MARTINA: “ABBIAMO IL CALCIO NEL SANGUE!”
Ironici o metaforici: MICHELLE, CHE SBERLA! … UNDICI LEONESSE

Badate bene a queste regole per il titolo:
➔ usate poche parole (al massimo cinque)
➔ non mettete mai il punto fermo dopo il titolo
➔ evitare i due punti (:) e i puntini di sospensione (...)
➔ evitare le ripetizioni

Mettiamoci alla prova!
Scrivete un articolo usando la scaletta proposta, a partire dal seguente lancio di agenzia: “ragazza di terza media decide di cambiare scuola perché vittima di episodi di bullismo. I responsabili, individuati dall'insegnante, si dichiarano dispiaciuti per la vicenda e disposti a riparare.

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