LO
DICO OPPURE NO ?
Oggi,
a scuola, non mi sono divertita molto… mi sembrava che tutti
fossero contro di me, persino i prof. …
Meno
male che è suonata la campana! A passo svelto, mi sono diretta
verso la porta d’uscita, sperando di non incontrare il solito
gruppetto di bulli.. e, invece, questa volta….
“Hei
cessetta! Vieni qui!”
Mi
è salito un brivido freddo su per la schiena, ho sentito il mio
cuore fare tum tum tum… sempre più forte. Ho iniziato a
correre dalla parte opposta finché me ne sono trovati due davanti;
ho cercato una via di fuga ma ne ho visti altri due dietro…
Ero
lì da sola, faccia a faccia con loro, pietrificata dalla paura, non
riuscivo a muovermi fino a quando uno di loro mi ha afferrato il
braccio buttandomi a terra. Ho guardato in alto e mi sono accorta di
essere totalmente impotente, in balia di possibili calci e pugni e…
eccolo, è arrivato, diritto sulla faccia. Me lo aspettavo, ma non
così forte.
Non
pensavo ci fosse tutta questa cattiveria nelle persone.
Uno
di loro ha detto: “oh andiamocene prima che ci becchino...”
I
bulli se ne sono andati uno dopo l’altro, mentre io piangevo,
singhiozzando. L’ultimo, con tono minaccioso, ha detto: “acqua in
bocca o guai”.
Dopo
essermi assicurata che non fossero più nei paraggi, con una mano
sull’occhio dolorante, sono corsa verso casa… Quando ho aperto la
porta, mi sono sentita salva, protetta, in un luogo sicuro.
Poco
dopo sono arrivati i miei… con un sospiro, ho aperto la porta.
“OHHHH” hanno gridato insieme, “cos’è successo Luna, chi ti
ha conciato così?” Con aria seccata ho risposto frettolosamente:
“eh niente, mi è arrivata la palla da basket in faccia, non vi
preoccupate”.
“Come
non vi preoccupate!” ha esclamato mio papà avvolgendomi le mani
intorno al viso. Tutti e due avevano un’espressione seria, anzi
terrorizzata. Ho detto loro non è successo niente, passerà … mi
sono voltata e ho chiuso la porta dell’anticamera dietro di me.
Ero
sdraiata sul mio letto, l’occhio ancora gonfio… pensavo. Pensavo
al perché dei loro pugni, dei loro calci, degli insulti… non
capivo.
Il
sole è tramontato e poi è risorto, ma il mio sorriso era sempre al
contrario e una domanda mi continuava ad assillare: perché? Perché
nel mondo c’è tanta cattiveria? Perché è successo proprio a me?
Cosa posso avergli fatto di male... non capivo.
L’occhio
era ancora gonfio. I miei avevano comprato una pomata antidolorifica
per farmi passare il dolore all’occhio ma per il dolore al cuore
non sarebbe stata sufficiente.
Qualche
giorno dopo stavo tornando da scuola, pioveva e io ero assorta nei
miei pensieri… Pensavo che ciò non era giusto e che io dovevo
denunciare questa cosa. No, non la passeranno liscia. Io sono una
persona, loro non si devono permettere di mettermi i piedi in testa…
nessuno può farlo, nessuno!
Ho
iniziato a camminare velocemente e, quando ho varcato la soglia di
casa, ho preso un bel respiro e, con coraggio, ho detto: “mamma,
papà, non è stata una pallonata e non ho nemmeno sbattuto contro un
palo. Questo occhio nero è stato fatto da un ragazzo. Sì, dopo la
scuola. Non ho avuto il coraggio di dirlo, avevo paura ma ora basta,
IO devo parlare”.
I
miei sono rimasti di sasso. Sono passati circa due secondi di totale
silenzio finché non mi hanno accolto in un mega abbraccio. Non sono
stati gli unici a preoccuparsene, ne ho parlato anche con i miei
amici e… sapete cosa abbiamo fatto?
Il
giorno dopo, di pomeriggio, siamo andati insieme da questi bulli…
alla vista del nostro arrivo, quei cacasotto (scusate il termine)
sono scappati; ne è rimasto uno, lì da solo, impotente e impaurito.
Incespicando è fuggito a gambe levate e noi… siamo finiti col
guardarci e scoppiare in una fragorosa risata. L’unione fa la
forza, specialmente in queste situazioni.
Ah
.. un’ultima cosa…
Fortunatamente
io non ho mai avuto incontri faccia a faccia con un bullo o un gruppo
di bulli ma volevo far arrivare a tutti un messaggio.
Se
avete un problema, denunciatelo. Parlatene a qualcuno non tenetevi
tutto dentro. Non fatevi metterei piedi in testa. Siate forti e
uniti.
Luna
G. 2 B