giovedì 15 febbraio 2018

I nostri racconti: LO DICO OPPURE NO?

LO DICO OPPURE NO ?

Oggi, a scuola, non mi sono divertita molto… mi sembrava che tutti fossero contro di me, persino i prof. …
Meno male che è suonata la campana! A passo svelto, mi sono diretta verso la porta d’uscita, sperando di non incontrare il solito gruppetto di bulli.. e, invece, questa volta….
Hei cessetta! Vieni qui!”
Mi è salito un brivido freddo su per la schiena, ho sentito il mio cuore fare tum tum tum… sempre più forte. Ho iniziato a correre dalla parte opposta finché me ne sono trovati due davanti; ho cercato una via di fuga ma ne ho visti altri due dietro…
Ero lì da sola, faccia a faccia con loro, pietrificata dalla paura, non riuscivo a muovermi fino a quando uno di loro mi ha afferrato il braccio buttandomi a terra. Ho guardato in alto e mi sono accorta di essere totalmente impotente, in balia di possibili calci e pugni e… eccolo, è arrivato, diritto sulla faccia. Me lo aspettavo, ma non così forte.
Non pensavo ci fosse tutta questa cattiveria nelle persone.
Uno di loro ha detto: “oh andiamocene prima che ci becchino...”

I bulli se ne sono andati uno dopo l’altro, mentre io piangevo, singhiozzando. L’ultimo, con tono minaccioso, ha detto: “acqua in bocca o guai”.
Dopo essermi assicurata che non fossero più nei paraggi, con una mano sull’occhio dolorante, sono corsa verso casa… Quando ho aperto la porta, mi sono sentita salva, protetta, in un luogo sicuro.
Poco dopo sono arrivati i miei… con un sospiro, ho aperto la porta. “OHHHH” hanno gridato insieme, “cos’è successo Luna, chi ti ha conciato così?” Con aria seccata ho risposto frettolosamente: “eh niente, mi è arrivata la palla da basket in faccia, non vi preoccupate”.
Come non vi preoccupate!” ha esclamato mio papà avvolgendomi le mani intorno al viso. Tutti e due avevano un’espressione seria, anzi terrorizzata. Ho detto loro non è successo niente, passerà … mi sono voltata e ho chiuso la porta dell’anticamera dietro di me.
Ero sdraiata sul mio letto, l’occhio ancora gonfio… pensavo. Pensavo al perché dei loro pugni, dei loro calci, degli insulti… non capivo.
Il sole è tramontato e poi è risorto, ma il mio sorriso era sempre al contrario e una domanda mi continuava ad assillare: perché? Perché nel mondo c’è tanta cattiveria? Perché è successo proprio a me? Cosa posso avergli fatto di male... non capivo.
L’occhio era ancora gonfio. I miei avevano comprato una pomata antidolorifica per farmi passare il dolore all’occhio ma per il dolore al cuore non sarebbe stata sufficiente.
Qualche giorno dopo stavo tornando da scuola, pioveva e io ero assorta nei miei pensieri… Pensavo che ciò non era giusto e che io dovevo denunciare questa cosa. No, non la passeranno liscia. Io sono una persona, loro non si devono permettere di mettermi i piedi in testa… nessuno può farlo, nessuno!

Ho iniziato a camminare velocemente e, quando ho varcato la soglia di casa, ho preso un bel respiro e, con coraggio, ho detto: “mamma, papà, non è stata una pallonata e non ho nemmeno sbattuto contro un palo. Questo occhio nero è stato fatto da un ragazzo. Sì, dopo la scuola. Non ho avuto il coraggio di dirlo, avevo paura ma ora basta, IO devo parlare”.
I miei sono rimasti di sasso. Sono passati circa due secondi di totale silenzio finché non mi hanno accolto in un mega abbraccio. Non sono stati gli unici a preoccuparsene, ne ho parlato anche con i miei amici e… sapete cosa abbiamo fatto?
Il giorno dopo, di pomeriggio, siamo andati insieme da questi bulli… alla vista del nostro arrivo, quei cacasotto (scusate il termine) sono scappati; ne è rimasto uno, lì da solo, impotente e impaurito. Incespicando è fuggito a gambe levate e noi… siamo finiti col guardarci e scoppiare in una fragorosa risata. L’unione fa la forza, specialmente in queste situazioni.


Ah .. un’ultima cosa…
Fortunatamente io non ho mai avuto incontri faccia a faccia con un bullo o un gruppo di bulli ma volevo far arrivare a tutti un messaggio.
Se avete un problema, denunciatelo. Parlatene a qualcuno non tenetevi tutto dentro. Non fatevi metterei piedi in testa. Siate forti e uniti.



Luna G. 2 B 

lunedì 12 febbraio 2018

Sedendo e mirando... ma soprattutto camminando... a Pavia!


Giovedì 8 febbraio i ragazzi delle seconde medie dell'Istituto Comprensivo Margherita Hack di Assago si sono recati in gita a Pavia. Ma non si è trattata di un'uscita didattica come le altre, perché la camminata tra le strade dell'antica Ticinum si è svolta... in inglese!


L'iniziativa, organizzata dalle professoresse di lingua straniera, ha avuto luogo grazie alla guida di accompagnatori madrelingua, che in questa English Walk hanno illustrato i monumenti più significativi: il Ponte Coperto, San Michele, il Duomo e piazza della Vittoria.


Dopo la visita guidata, il tour è proseguito verso la parte nord della città, nella quale è stato possibile ammirare l'Università, San Pietro in Ciel d'Oro, Santa Maria del Carmine e il castello Visconteo, senza dimenticare una pausa golosa presso la più celebre pasticceria pavese: Vigoni.


La camminata "in english" è stata utile per comprendere alcune caratteristiche della città, a partire dalla sua struttura romana (con cardo e decumano), per poi riflettere sui vari stili architettonici che contraddistinguono le varie chiese: San Michele è un esempio di romanico, mentre il Duomo è rinascimentale.


Il fatto che tutte queste informazioni venissero fornite in una lingua straniera ha reso il tutto ancora più stimolante!


Ora l'antica capitale del regno longobardo non ha più segreti per i ragazzi di Assago!