Era
una calda giornata di scuola, dopo la sgridata di fine settimana, che
toccava sempre a tutta la classe, e la professoressa stava
incominciando a sistemare tutte le sue cose.
Era
l’ultima ora di venerdì. Ci toccava sempre quella sgridata…
Ormai ero così abituata che avrei potuto mettere la sveglia da
quando iniziava fino alla fine. Una volta, ho anche portato i tappi
per le orecchie e li ho indossati cinque secondi prima che iniziasse
la cantilena.
Dopo
la sgridata c’era la mensa. Possiamo anche chiamarla mensa dei
poveri, o della prigione. Ci manca poco che trovi dei bulloni nel
piatto, così potresti essere il testimone di un omicidio, cioè
l’avvelenamento di un ragazzo a scuola.
“Avvelenamento di un
ragazzo a scuola”, la vedo bene come frase nel giornale della
città, scritta bene in grassetto sulla prima pagina.
Dopo
la prigione, come sempre, c’era la libertà. Avete mai provato
quella sensazione? Sì, io sì, ogni giorno all’uscita
da scuola, ma dura solo qualche secondo, finché non arrivi a casa e
devi fare i compiti. Secondo me lo fanno apposta. Manca solo che dai
libri esca la “Prof” e che ti interroghi a tappeto.
Dopo
quei due giorni di divertimento ricominciò il mortorio (sì, proprio
così, la chiamerò “mortorio” la scuola). Ma quel giorno, alla
prima ora, entrò in classe la bidella che, con quel suo accento
napoletano disse: “Buongiorno, è stata dettata una circolare. Ci
sarà sciopero per due settimane a causa di A.D.P.D.M.”. Stava per
dire l’ultima lettera che un mio compagno, Raul, fece
un’esclamazione: “Ehh???? Che vuol dire????”. “Sì, vuol dire
Animali Disgustosi Portatori Di Malattie”, rispose Davide, il
sapientone di turno. “Non poteva dire topi???”. “No, è più
formale così”.
Però
andiamo al punto. Io non avevo mai notato quella bidella ma da quel
giorno era diventata il mio idolo. Dopo David Bowie, ovviamente...
Vi
svelo un segreto: i topi nella scuola non c’erano finiti per caso
ma ce l’aveva messi il mio gruppo, formato solo da me e dalla mia
migliore amica Eleonora. Ci abbiamo impiegato tanto a realizzare
questo scherzo e alla fine era riuscito perfettamente.
In queste ultime due settimane
non ci siamo fermate un attimo ma abbiamo pianificato altri scherzi
molto divertenti. Abbiamo procurato tutto il necessario da Vito, il
cugino mascalzone di Ele. Dopo esser evaso, Vito si è rintanato a casa
di Ele e vive lì, nella sua cantina.
Sono
quindi successe delle cose terribili, molto strane, ma non certo per
me ed Ele. Erano i nostri scherzi e sono riusciti alla perfezione.
Giorno
10 Dicembre, Lunedì: invasioni delle cimici nei cassetti delle
cattedre. Fatto √
Giorno
11 Dicembre, Martedì: vermi nelle docce degli spogliatoi. Fatto √
Giorno
12 Dicembre, Mercoledì: aule invase da palline di plastica. Fatto √
Giorno
13 Dicembre, Giovedì: “pitture rupestri” sui muri della scuola.
Fatto √
Giorno
14 Dicembre, Venerdì: avevamo pensato ad uno scherzo “esplosivo”
ma era troppo pericoloso…
La
settimana successiva, alla prima ora di lunedì, il preside Bianchi
girò per le classi a dire: ”In questa scuola c’è qualcuno che
si diverte a non rispettare le regole!!!”. Già a questa frase io
ed Ele c’eravamo date un’occhiatina con un sorrisino. “Ma non
va bene ed io scoprirò chi è stato e ci saranno brutte, proprio
brutte, conseguenze per lui. Arrivederci e buona settimana!” e
sottovoce aggiunse “Speriamo…” e se ne andò.
Io
ed Ele avevamo deciso di fare il “grande colpo”, lo scherzo degli
scherzi, prima di Natale e... mancavano pochi giorni per metterlo in atto.
Era
la notte prima del giorno X, l’ora di attuare il piano. Ci
eravamo messe d’accordo di indossare dei vestiti neri come delle
spie. “Pronto. Base chiama Ele. Base Chiama Ele.”. “Non mi
chiamo Ele. In questa missione mi chiamo Serpentina”, disse Ele
mentre fischiettava la canzone di 007. “Ok. Base chiama Serpentina.
Base chiama Serpentina.”. “Sì, ci sento e non serve che mi
chiami dal Walkie-Talkie. Sono di fianco a te”. “Ah”, risposi
io.
In
quell’attimo ho perso tre anni di vita perché Ele, anzi
Serpentina, si era vestita veramente da serpente. Si era comprata un
costume di Carnevale. “Ma cosa ti sei messa addosso, la camicia da
notte di tua nonna?”, chiesi io. “No, me lo sono comprata”,
rispose Ele. “Ma dai!!! Non l’avevo capito!!! Pronta???”. “Sì,
andiamo! Dividiamoci! SSSSSsssssss.” sibilò Ele, gettandosi a
terra e tentando di strisciare. “Ci sto riuscendo… ci sto
riuscendo!!!!”, aggiunse poi.
Abbiamo
avuto l’idea di mettere la neve finta (farina) nei condotti
dell’aria condizionata, così quando Ele avesse acceso il
ventilatore, sarebbe caduta sulle Prof.. E così abbiamo fatto. Solo
che, questa volta, siamo state beccate dal bidello che lo ha detto
subito al preside. Andammo in presidenza. Dopo averci riletto tutte
le 10000 regole della scuola ci fece un richiamo. Per il prossimo
Settembre dobbiamo aiutare le bidelle a pulire la scuola.
Beh,
ce la saremmo cavata alla grande se non fosse stato per quest’ultimo
scherzo ma… “Cogli la rosa quand’è il momento. Il tempo, lo
sai che vola e lo stesso fiore che oggi sboccia domani appassirà”
dice Peter Weir.
“Cogli
l’attimo e sappi quando fermarti” dice Chiara M.
Chiara M. 2 B
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