martedì 23 gennaio 2018

I NOSTRI RACCONTI: Per colpa di un colpo (di Chiara M.)

Era una calda giornata di scuola, dopo la sgridata di fine settimana, che toccava sempre a tutta la classe, e la professoressa stava incominciando a sistemare tutte le sue cose.
Era l’ultima ora di venerdì. Ci toccava sempre quella sgridata… Ormai ero così abituata che avrei potuto mettere la sveglia da quando iniziava fino alla fine. Una volta, ho anche portato i tappi per le orecchie e li ho indossati cinque secondi prima che iniziasse la cantilena.
Dopo la sgridata c’era la mensa. Possiamo anche chiamarla mensa dei poveri, o della prigione. Ci manca poco che trovi dei bulloni nel piatto, così potresti essere il testimone di un omicidio, cioè l’avvelenamento di un ragazzo a scuola. 
“Avvelenamento di un ragazzo a scuola”, la vedo bene come frase nel giornale della città, scritta bene in grassetto sulla prima pagina.
Dopo la prigione, come sempre, c’era la libertà. Avete mai provato quella sensazione? Sì, io sì, ogni giorno all’uscita da scuola, ma dura solo qualche secondo, finché non arrivi a casa e devi fare i compiti. Secondo me lo fanno apposta. Manca solo che dai libri esca la “Prof” e che ti interroghi a tappeto.

Dopo quei due giorni di divertimento ricominciò il mortorio (sì, proprio così, la chiamerò “mortorio” la scuola). Ma quel giorno, alla prima ora, entrò in classe la bidella che, con quel suo accento napoletano disse: “Buongiorno, è stata dettata una circolare. Ci sarà sciopero per due settimane a causa di A.D.P.D.M.”. Stava per dire l’ultima lettera che un mio compagno, Raul, fece un’esclamazione: “Ehh???? Che vuol dire????”. “Sì, vuol dire Animali Disgustosi Portatori Di Malattie”, rispose Davide, il sapientone di turno. “Non poteva dire topi???”. “No, è più formale così”.
Però andiamo al punto. Io non avevo mai notato quella bidella ma da quel giorno era diventata il mio idolo. Dopo David Bowie, ovviamente...
Vi svelo un segreto: i topi nella scuola non c’erano finiti per caso ma ce l’aveva messi il mio gruppo, formato solo da me e dalla mia migliore amica Eleonora. Ci abbiamo impiegato tanto a realizzare questo scherzo e alla fine era riuscito perfettamente.
In queste ultime due settimane non ci siamo fermate un attimo ma abbiamo pianificato altri scherzi molto divertenti. Abbiamo procurato tutto il necessario da Vito, il cugino mascalzone di Ele. Dopo esser evaso, Vito si è rintanato a casa di Ele e vive lì, nella sua cantina.
Sono quindi successe delle cose terribili, molto strane, ma non certo per me ed Ele. Erano i nostri scherzi e sono riusciti alla perfezione.
Giorno 10 Dicembre, Lunedì: invasioni delle cimici nei cassetti delle cattedre. Fatto
Giorno 11 Dicembre, Martedì: vermi nelle docce degli spogliatoi. Fatto
Giorno 12 Dicembre, Mercoledì: aule invase da palline di plastica. Fatto
Giorno 13 Dicembre, Giovedì: “pitture rupestri” sui muri della scuola. Fatto
Giorno 14 Dicembre, Venerdì: avevamo pensato ad uno scherzo “esplosivo” ma era troppo pericoloso…
La settimana successiva, alla prima ora di lunedì, il preside Bianchi girò per le classi a dire: ”In questa scuola c’è qualcuno che si diverte a non rispettare le regole!!!”. Già a questa frase io ed Ele c’eravamo date un’occhiatina con un sorrisino. “Ma non va bene ed io scoprirò chi è stato e ci saranno brutte, proprio brutte, conseguenze per lui. Arrivederci e buona settimana!” e sottovoce aggiunse “Speriamo…” e se ne andò.
Io ed Ele avevamo deciso di fare il “grande colpo”, lo scherzo degli scherzi, prima di Natale e... mancavano pochi giorni per metterlo in atto.

Era la notte prima del giorno X, l’ora di attuare il piano. Ci eravamo messe d’accordo di indossare dei vestiti neri come delle spie. “Pronto. Base chiama Ele. Base Chiama Ele.”. “Non mi chiamo Ele. In questa missione mi chiamo Serpentina”, disse Ele mentre fischiettava la canzone di 007. “Ok. Base chiama Serpentina. Base chiama Serpentina.”. “Sì, ci sento e non serve che mi chiami dal Walkie-Talkie. Sono di fianco a te”. “Ah”, risposi io.
In quell’attimo ho perso tre anni di vita perché Ele, anzi Serpentina, si era vestita veramente da serpente. Si era comprata un costume di Carnevale. “Ma cosa ti sei messa addosso, la camicia da notte di tua nonna?”, chiesi io. “No, me lo sono comprata”, rispose Ele. “Ma dai!!! Non l’avevo capito!!! Pronta???”. “Sì, andiamo! Dividiamoci! SSSSSsssssss.” sibilò Ele, gettandosi a terra e tentando di strisciare. “Ci sto riuscendo… ci sto riuscendo!!!!”, aggiunse poi.
Abbiamo avuto l’idea di mettere la neve finta (farina) nei condotti dell’aria condizionata, così quando Ele avesse acceso il ventilatore, sarebbe caduta sulle Prof.. E così abbiamo fatto. Solo che, questa volta, siamo state beccate dal bidello che lo ha detto subito al preside. Andammo in presidenza. Dopo averci riletto tutte le 10000 regole della scuola ci fece un richiamo. Per il prossimo Settembre dobbiamo aiutare le bidelle a pulire la scuola.
Beh, ce la saremmo cavata alla grande se non fosse stato per quest’ultimo scherzo ma… “Cogli la rosa quand’è il momento. Il tempo, lo sai che vola e lo stesso fiore che oggi sboccia domani appassirà” dice Peter Weir.
“Cogli l’attimo e sappi quando fermarti” dice Chiara M.

Chiara M. 2 B

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