martedì 31 gennaio 2017

I nostri racconti (laboratorio primo quadrimestre)

DIECI PICCOLI STUDENTI

Era il 23 dicembre del 2016, il giorno prima delle vacanze natalizie, io ero a scuola, era una giornata scolastica normale avevamo due ora di matematica con la prof. Castro, un’ora di musica, una di storia e le ultime due ore di italiano con il prof. De Carlo.
Mi ero fermata a scuola un po’ per parlare con la Prof. Castro e chiederle dei chiarimenti sull’ultimo argomento che avevamo trattato e che non avevo capito completamente.
Erano le 17.30 e stavo preparando la cartella per uscire da scuola e finalmente godermi le meritate e desiderate vacanze natalizie, quando, ad un certo punto salta la luce, si sente il “clack” delle porte che si chiudono e a me prende il panico e inizio ad urlare.
Improvvisamente la luce ritorna e io corro fuori dalla classe.
Arrivo in corridoio e trovo Marta della 2^B, una ragazza silenziosa e molto timida, mora e con gli occhi scuri, insieme a lei c’era Federico della 2^A, un ragazzo educato e molto ragionevole con occhi scuri e capelli castani, nella compagnia c’ era Giorgia, Leonardo, Mario, Anna, Serena, Ludovica e Gabriele.
Insomma, eravamo dieci ragazzi chiusi in una scuola!
 Tutti sapevamo che esisteva una porta guasta che non si chiudeva in biblioteca, perciò senza esitazione corremmo in biblioteca, che si trovava dall’ altra parte della scuola.
Arrivati lì, però, trovammo la stanza oscurata e la porta chiusa; erano le 19.30 e io e i miei amici ci dividemmo per provare ad aprire le porte. Io e Giorgia andammo in salone per provare ad aprire la porta principale, che, ovviamente, era chiusa.
Anna e Marta, invece andarono in mensa per vedere se la porta fosse aperta; e infatti così era, ma, all’interno c’erano solo tavoli, sedie e tanti panini.
Mario e Ludovica erano andati in palestra dove avevano trovato la porta aperta e all’ interno tanti palloni da pallavolo tutti accatastati contro una parete, mentre Serena e Gabriele erano stati in aula di musica per vedere se la porta di collegamento con la scuola elementare fosse aperta, però, purtroppo, non lo era.
Ci ritrovammo tutti in corridoio ed essendo le 20.00 decidemmo di mangiare i panini che c’erano in mensa e successivamente ci recammo in palestra per fare qualche palleggio e ingannare il tempo, poiché iniziavamo tutti a perdere le speranza che qualcuno sarebbe venuto a recuperarci prima della notte e anche la paura iniziava a impadronirsi di noi.
Erano le 22.00 e andammo tutti in bagno per prepararci per la notte e ognuno andò in un’aula diversa: io nella 2^A, Marta nella 2^C; Giorgia nella 3^B, Serena nella 1^E, Gabriele nella 1^A, Leonardo nella 3^D, Anna nella 2^E, Ludovica nella 3^C, Mario nella 1^D e Federico nella 3^A.
Io dormii un po’ preoccupata per come potesse finire questa storia però all’una di notte riuscii ad addormentarmi. 
la biblioteca scolastica

Era mattina e alle 10.00 io ero in piedi; corsi in corridoio per cercare gli altri e li trovai molto impauriti perché non trovavano più Federico; allora mi spiegarono che la sua stanza era oscurata e chiusa a chiave e di lui non c’era più traccia.
Io ebbi un mancamento e svenni, Leonardo mi prese e mi accompagnò sui divanetti dell’ingresso, Anna mi portò dell’acqua e io mi risveglia un po’ intontita e mi recai nella “mia” stanza e dopo pochi minuti andai a mensa per mangiare qualcosa.
Nel pomeriggio andai nell’ aula del preside, che era al piano di sopra per vedere di riuscire a farmi notare da qualcuno dalle finestre, ma questo tentativo non funzionò perché essendo la scuola in un luogo isolato, nessuno passò.
Anna alle 16.00, andò in bagno per bere e da lì non tornò più!
Passò un quarto d’ ora e noi ci incominciammo a preoccupare, andammo in bagno, ma di Anna non c’era traccia, io corsi verso la sua stanza e la trovai oscurata e chiusa a chiave.
Io stavo ancora per svenire ma riuscii a non farlo, fuori dalla sua stanza vidi un pezzetto di carta ingiallita, sembrava un libro molto vecchio, però non c’era scritto niente.
Erano le 19.00 ed eravamo tutti nelle aule per prepararci per la cena, ad un certo punto sentii uno strano rumore, uscii ed andai a chiamare Ludovica che insieme a me avvisò gli altri; tutti tranne Giorgia la quale stanza era oscurata e chiusa a chiave.
Durante la notte io presi un foglio ed una penna e incominciai a fare un riepilogo della situazione:
Prima notte     Federico
Ore 13.00        Anna     pezzo di libro
Ore 19.00       Giorgia
Passai tutta la notte a riflettere, ma non mi venne in mente niente; la mattina seguente andammo tutti a fare colazione, Mario volle andare in palestra per sistemarla e per gonfiare i palloni e Leonardo decise di accompagnarlo, mentre io insieme agli altri, invece, andammo a vedere se in mensa fosse avanzato dell’altro cibo.
Prima di arrivare in mensa vedemmo dietro di noi Leonardo che ci inseguiva dicendoci che Mario era sparito; tutti senza esitare andammo a controllare nella sua stanza e anche questa era oscurata e chiusa a chiave.
Essendo solo l’inizio della giornata cercammo di riprenderci, anche se non fu così facile; erano le 11.00 allora andammo in mensa per recuperare altro cibo e dietro di noi vedemmo passare un uomo, però non lo riconoscemmo, purtroppo.
Mangiammo e durante il pomeriggio andammo in palestra per capire meglio come fosse sparito Mario ricostruendo la scena.
Dopo di che prendemmo un pallone e incominciammo a fare una partitella di pallavolo tre contro tre, passarono tre ore e alle 19.00 Marta andò a cambiarsi e non tornò più.
Come tutte le altre stanze anche la sua era oscurata e con la porta chiusa a chiave.
All’improvviso mi venne in mente un particolare che legava tutte queste sparizioni…ricordavano il libro che ci aveva fatto leggere il prof. Buonarroti.
Quel libro parlava di dieci medici rimasti chiusi in un ospedale, ne spariva uno ogni tanto e alla fine non ne rimase nessuno; anche lì le stanze erano oscurate e alla fine si scoprì che era stato il direttore sanitario dell’ospedale ad uccidere tutti, perché i medici avevano assassinato intenzionalmente alcuni suoi pazienti.
Questo spiegava anche il pezzo di libro ingiallito trovato davanti alla stanza di Anna e spiegava anche il motivo per cui la biblioteca fosse chiusa.
la biblioteca scolastica

Io ne parlai con gli altri ragazzi durante la cena e anche loro erano stupefatti come me, io però avendolo letto quasi un anno fa non mi ricordavo più come doveva sparire il prossimo medico, la copia si trovava in biblioteca e nessuno degli altri ragazzi si ricordava la successiva sparizione.
Era notte e questa fu l’unica in cui riuscii a dormire, la mattina però mi svegliai con un poco di febbre e perciò non feci colazione, ma piuttosto che rimanere in stanza da sola uscii con gli altri.
Mentre gli altri andarono in palestra io rimasi da sola con Serena, andai i bagno e al mio ritorno anche Serena era sparita; avvisai gli altri, i quali mi comunicarono che anche Ludovica era sparita e anche le loro stanze, come le altr,e erano oscurate e chiuse a chiave.
Eravamo rimasti sani e salvi solo io, Leonardo e Gabriele e a quest’ultimo venne in mente che nella sala della preside c’era una bacheca con le chiavi di tutte le stanze e io sapevo che quella stanza era aperta,  perciò salimmo al piano superiore e ci dirigemmo verso la sala della preside.
Senza aspettare un momento, prendemmo tuttele chiavi e scendemmo al piano inferiore per aprire le porte, ma, facendo le scale, Gabriele inciampò, noi non ce ne accorgemmo e il suo corpo sparì.
Arrivati al piano terra incominciammo ad aprire la stanza di Federico e lo trovammo disteso per terra che sanguinava con affianco la pagina di un libro... la mia ipotesi era giusta.
Allora prendemmo la chiave della biblioteca e Leo prese una scopa, girai la chiave e Leonardo colpì il prof. Buonarroti in testa talmente forte che lui cadde a terra.
Nella biblioteca c’erano un coltello, una pistola un pugnale, una corda, un tubo di piombo, due veleni, una chiave inglese, un candeliere, una mazza da baseball e il libro “Dieci piccoli medici.” 
Mentre il prof. Buonarroti era svenuto, Leonardo prese la corda e lo legò ad una sedia, io gli presi dalla tasca il cellulare e chiamai immediatamente i genitori e la polizia.
Nell’attesa che arrivassero i soccorsi io e Leo aprimmo ogni stanza per vedere se tutti fossero morti e associammo ogni arma alla vittima.
Federico era stato ucciso con due coltellate, Anna era stata avvelenata con la cicuta, Giorgia era stata impiccata con la corda, Mario era morto a causa di un trauma cranico causato dal colpo di un oggetto contundente: il candeliere, Marta invece era stata uccisa con un colpo di pistola, Serena era morta colpita dalla chiave inglese, Ludovica venne uccisa con tre pugnalate e Gabriele con il tubo di piombo. Ci rendemmo conto, quindi che l’arsenico e la mazza da baseball erano destinati a noi.
Tornati nella biblioteca, il prof. si era ripreso e ci spiegò che ci voleva uccidere per vendicarsi delle nostre madri, le quali erano state tutte sue fidanzate, ma lo avevano lasciato per sposarsi con i nostri padri e lui non aveva mai accettato questo affronto e aveva studiato per lungo tempo come fargliela pagare.
Così quando rilesse quel vecchio libro in classe insieme a noi decise che avrebbe finalmente attuato il suo piano e avrebbe ripetuto quanto aveva fatto il direttore sanitario, così forse avrebbero scritto un libro anche su di lui!!! 
Alessandra P. 1 B

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