lunedì 28 novembre 2016

Sedendo e... andando lontano: l'Antardide

Come sopravvivere nell'Antartide tra vento, studio e insonnia?
Il cielo sopra all’Antartide è azzurro e beffardo, il ghiaccio implacabile avvolge tutto, l’adrenalina si spegne in redazione e irrompe lo squillo irriverente del telefono:”Pronto, qui è l’Antartide.”
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La Trentaduesima spedizione italiana del programma nazionale di ricerche in Antartide ha occupato: ventisette militari dell’ esercito, della marina, dell’ aeronautica e dei carabinieri chiamati a vivere in condizioni estreme per supportare la ricerca di un centinaio di scienziati.
I militari si raccontano:
Vivono a -18C°, il vento di notte soffia a più di 200km/h e, questa è la causa dell’ insonnia di numerosi militari, alcuni dormono poco meno di 4 ore a notte!
L’ inizio è sempre pesante, devi riaprire la base dopo il lungo inverno antartico, la temperatura interna della base è uguale a quella esterna.
Sull’altro lato della baia in cui è situata la base, c’è un’ altra base coreana e accanto un’altra piccola base tedesca.
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Gli aerei che partono dalla Nuova Zelanda diretti in Antartide a metà strada raggiungono il punto di non ritorno. Non possono tornare indietro perché non hanno abbastanza carburante o atterrano in Antartide o sono guai.
L’ inverno è caratterizzato da 4 mesi di oscurità e di temperature che raggiungono -40C° e la base non è fabbricata a tal punto da sopravvivere a quelle condizioni.
I militari fanno tutto questo per passione e sono dei volontari.

Gabriele F.
Manuel G.
Stefano P.
Karim K.

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